Premessa

Nell'ottobre 1996 un decreto del Presidente del Consiglio istituì il Comitato Nazionale per le celebrazioni del bimillenario della nascita di Lucio Anneo Seneca. Esso fu attivo negli anni successivi promuovendo e coordinando un ampio programma di iniziative e di manifestazioni: furono organizzati convegni presso numerose Università italiane, furono realizzate mostre bibliografiche, fu patrocinata la pubblicazione di opere di Seneca e su Seneca. Italo Lana, insigne studioso senecano, fu chiamato a far parte del Comitato e fu poi anche incaricato di presiederlo, subentrando al primo Presidente, Scevola Mariotti, scomparso nel gennaio 2000.

  Oltre a recare assiduamente ed efficacemente il suo contributo alle attività del Comitato, e a partecipare come relatore ad alcuni dei convegni senecani di quegli anni, Lana si fece promotore di una serie di iniziative: affidò ad un gruppo di ricerca formato da giovani allievi il compito di studiare il rapporto di Seneca con i giovani: i risultati di quella collaborazione furono raccolti nel volume Seneca e i giovani, pubblicato dalle Edizioni Osanna di Venosa nel 1997; s'interessò perché ottenesse il patrocinio del Comitato l’edizione dei frammenti di Seneca a cui stava lavorando da tempo Dionigi Vottero e che vide la luce nella Collana del nostro Dipartimento nel 1998; organizzò una giornata di studio dal titolo Incontri con Seneca che fu tenuta a Torino il 26 ottobre 1999, e i cui Atti sono stati pubblicati in questa stessa Collana nel 2002. Infine ideò ed avviò la raccolta della bibliografia senecana del XX secolo affidando il lavoro al medesimo gruppo di giovani (successivamente integrato con l’aggiunta di altri due membri) che aveva guidato nella elaborazione del volume precedente. Al primo convegno senecano del bimillenario, tenutosi a Roma nel novembre del 1998, diede notizia dell’iniziativa e distribuì ai convegnisti una richiesta d'informazioni intesa a favorire l'acquisizione di volumi e di articoli di difficile reperimento.

  L'opera fu finanziata dal Comitato, e fu lo stesso Lana a proporre che essa fosse accolta tra le pubblicazioni del Dipartimento torinese, al cui interno egli e i suoi allievi-collaboratori operavano, tenendovi anche i loro frequenti incontri di studio. Il lavoro si protrasse, com'è naturale trattandosi di un impegno davvero imponente, oltre i limiti inizialmente previsti, ed egli lo seguiva con una sollecitudine che, con il passare del tempo, si faceva sempre più viva: le sorti di quella impresa gli stavano molto a cuore, e negli ultimi mesi, provato dalla malattia, più volte chiese e raccomandò a chi scrive di seguirne la prosecuzione e il completamento qualora egli non avesse più potuto occuparsene.

  E' quindi con particolare soddisfazione che salutiamo la pubblicazione di questo volume: al rammarico che Italo Lana non sia più con noi si accompagna la certezza che aver portato a termine l'opera da lui progettata, avviata e condotta fin quasi al traguardo, sia il modo migliore – e sicuramente quello che egli avrebbe preferito – di commemorare lo studioso e il maestro.

Giovanna Garbarino